Cultura

Tony Chakar. Beirut, l’incertezza come immaginario

Tony Chakar. Beirut, l’incertezza come immaginario«All that Is Solid Melts into Air», un particolare dell’installazione «On Becoming Two», Beirut Art Centre, 2017

L'intervista Parla l’intellettuale che vive nella zona dell’esplosione del 4 agosto. Documenta da tempo la storia del Libano attraverso materiale d’archivio, fotografie e videoinstallazioni

Pubblicato circa 4 anni faEdizione del 1 settembre 2020
Esplorazioni topografiche, testi e azioni performative sono gli strumenti multidisciplinari utilizzati dall’artista e architetto libanese Tony Chakar per indagare la storia recente del suo paese. Nato a Beirut nel 1968, Chakar da alcuni decenni analizza quella rete complessa di narrazioni che si sono stratificate tra le rovine della capitale libanese, attraverso interventi di carattere performativo, fotografico e testuale. Beirut, molto più di altre città, è infatti un «palinsesto» di eventi drammatici determinati da opportunismi individuali legati a corruzione, negligenza e a precisi interessi economici e confessionali. Come scrive il poeta Adonis nel libro Beirut. La non-città, la capitale libanese è...

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