Toti Scialoja, immagine-visione, lo stampaggio a passo di danza
Alias Domenica

Toti Scialoja, immagine-visione, lo stampaggio a passo di danza

Toti Scialoja, «Corda bianca», 1963, Roma, Fondazione Scialoja

Verona, Galleria dello Scudo «La sua ebrezza e angoscia di scopritore» (Pasolini)... Selezionate da Giuseppe Appella, trenta opere di Toti Scialoja dalla stagione delle «Impronte 1957-’63», quando, reduce dal viaggio americano (Gorky), si apre...

Pubblicato 8 mesi faEdizione del 31 marzo 2024
«E seguito a stampare finché il quadro non è tutto pieno, cioè tutto vivo, tutto presente, tutto offerto, tutto unico». È il marzo 1958 quando Toti Scialoja affida al suo Giornale di pittura tutta l’eccitazione, che è emozione del pensiero e intelligenza del corpo, per la sua nuova esperienza della pittura, una pratica del gesto e un’indagine dello spazio in cui trovava forza e ritmo la scoperta delle impronte. Che sia avvenuta per fortunoso e subito leggendario incidente (e c’è forse la memoria del rivelatore quadro capovolto di Kandinsky nell’aneddoto del foglio di giornale portato dal vento che avrebbe suggerito...

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