Tra i volti delusi di Unidos Podemos
Elezioni spagnole Le prime reazioni dal quartier generale di Unidos Podemos
Elezioni spagnole Le prime reazioni dal quartier generale di Unidos Podemos
Quando incontro Lola Sanchez, europarlamentare di Podemos, all’interno del teatro Goya a Madrid, il quartier generale scelto per seguire i risultati del voto, la percezione di una sconfitta è ormai assodata.
L’incredulità iniziale è ormai superata. Si sta razionalizzando. Lola Sanchez sorride, come hanno fatto per tutta la campagna elettorale i ragazzi e le ragazze di Podemos, ma la delusione è cocente, non si può nascondere; neanche la sua gentile combattività può nulla contro qualcosa che non ci si aspettava. Unidos Podemos ha perso, c’è poco da girare intorno a un dato elettorale che mette in crisi fin da subito un’alleanza che pure sembrava potenzialmente positiva.
Si prova a considerarla una parentesi; ripetiamo le parole di Errejon, il numero due del partito che ha messo la sua faccia quando si era ancora a metà dello scrutinio ma ormai il dato sembrava irreversibile: non è avvenuto il cambio, ma c’è uno spazio politico che tiene.
Non avanza, ma esiste, c’è. Sarà per la prossima volta, le dico, anche se guardando i risultati sul mega schermo, la sensazione è che la «prossima volta» possa essere lontana. O in ogni caso probabilmente solo a pensarci si è assaliti dalla stanchezza, dopo due anni di campagna elettorale, di lavoro certosino, di comunicazione, di attenzione ai dettagli, quelli più piccoli. La sensazione è che non sia servito a niente, o a poco.
La percezione, anche da rapidi scambi di commenti, sono tutti molto provati, è quella di qualcosa che è sfuggito, cui si somma la necessità di capire – ora – perché la debacle ha assunto contorni molto più ampi.
E dire che tutto era iniziato con applausi e grida di giubilo. L’atmosfera al teatro ha impiegato poco a cambiare: neanche il tempo per esultare per exit poll ultra positivi per i viola, che arrivano i primi dati – quelli reali – a smentire in modo clamoroso tutti i sondaggi dei giorni precedenti: si intuisce subito che il «sorpasso» non ci sarà. I tanti attivisti, collaboratori per la parte on line, membri della direzione, candidati, erano tutti pronti a festeggiare. Fin dalle 20 si cercava di capire a che ora ci si sarebbe potuti recare a piazza Reina Sofia per festeggiare. Troppo ottimismo, qualcuno impreca contro i sondaggi, ben presto l’atmosfera di fa tetra.
Prima era arrivato Errejon a dire quanto tutti stavano pensando: il risultato è indubbiamente negativo. E nel teatro si comincia a uscire più spesso, chi per fumare, chi per telefonare. Incontro un dirigente di Syriza, del comitato centrale. La delegazione greca è nutrita, i due partiti sono molto vicini e i greci sanno quanto poteva essere importante anche per loro un risultato positivo di Podemos.
Da vecchia volpe della politica il dirigente greco fa un’analisi rapida che però pare corretta: i socialisti hanno tenuto e il partito popolare di fatto sfrutta quei piccoli segnali di ripresa che gli spagnoli sembrano apprezzare. Ma i veri vincitori, oltre ai popolari, sono i socialisti.
Non fa un piega il ragionamento. Qualcuno, mentre ormai si comincia a comprendere anche razionalmente la disfatta, si chiede quanto questo risultato potrà influire sull’alleanza elettorale con Izquierda Unida. I militanti e dirigenti della formazione sono sopra: lo spazio è praticamente stato separato fin dall’inizio. Un grande open space è riservato ad attivisti, simpatizzanti e delegazioni straniere. Accanto c’è una stanza per la stampa, poi quella dei leader e infine, su un piano rialzato, lo spazio di Izquierda Unida. L’accoglienza degli attivisti di Podemos è buona, non fosse per una presenza massiccia di «buttafuori».
Incrocio qualche sguardo: i volti sono torvi, segnati da giornate sfiancanti che questa volta non offrono praticamente niente di buono in cambio. Molti media che nel pomeriggio hanno sostato davanti – infine – se ne vanno: i luoghi della celebrazione saranno altri.
Poi parla pure Iglesias, circondato da Garzon, Errejon e altri: i volti dei leader sono tutto un programma. Le parole le stesse di Errejon, con una differenza: Iglesias ha voluto fortemente l’alleanza con Izquierda Unida, Errejon no.
I consigli di mema
Gli articoli dall'Archivio per approfondire questo argomento