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Tra regole Ue e banche, a pagare sono i cittadini
Resa dei conti Salta tutta la tabella di marcia approntata per il triennio, che prevedeva, in ossequio alle regole europee, il conseguimento, a tappe forzate, del pareggio di bilancio nel 2020. Una doccia fredda, anche perché il governo faceva affidamento sulla precedente stima di marzo dell’Istat, che dava il deficit sul Pil, nell’anno appena trascorso, all’1,9%
Resa dei conti Salta tutta la tabella di marcia approntata per il triennio, che prevedeva, in ossequio alle regole europee, il conseguimento, a tappe forzate, del pareggio di bilancio nel 2020. Una doccia fredda, anche perché il governo faceva affidamento sulla precedente stima di marzo dell’Istat, che dava il deficit sul Pil, nell’anno appena trascorso, all’1,9%
Pubblicato più di 6 anni faEdizione del 6 aprile 2018
C’è poco da stare allegri, leggendo i numeri dell’Istat sull’andamento dei conti pubblici. Se fino a ieri l’incombenza per qualsiasi governo era solo – si fa per dire – quella di disinnescare la mina delle clausole di salvaguardia (12,4 miliardi di euro) e correggere il bilancio statale nella misura richiesta per stare negli obiettivi del Fiscal compact (3-5 miliardi di euro), oggi se ne aggiunge un’altra, che fa saltare in aria ogni velleità a proposito di riduzione delle tasse e aumento della spesa sociale: recuperare altri 4,7 miliardi di euro di disavanzo (la stima è di Eurostat), prodotto dalle manovre...