Alias Domenica
Tra spazi empirici e luoghi ideali, autoritratto dubbioso di Adam Zagajewski
Incontri Diventato adulto mentre cadevano i regimi comunisti, il poeta polacco è fra gli interlocutori ideali per discutere del «prima» e del «dopo»: qui, parla dei riflessi delle vicende storiche sulla sua scrittura, la cui svolta è testimoniata dall’ultima raccolta, appena uscita a Cracovia, «La vita vera»
Adam Zagajewski
Incontri Diventato adulto mentre cadevano i regimi comunisti, il poeta polacco è fra gli interlocutori ideali per discutere del «prima» e del «dopo»: qui, parla dei riflessi delle vicende storiche sulla sua scrittura, la cui svolta è testimoniata dall’ultima raccolta, appena uscita a Cracovia, «La vita vera»
Pubblicato quasi 5 anni faEdizione del 12 gennaio 2020
A due settimane di distanza dagli attentati dell’11 settembre 2001, il «New Yorker» pubblicò in chiusura del suo numero speciale dedicato all’attacco Try To Praise The Mutilated World, una poesia di Adam Zagajewski nella traduzione di Clare Cavanagh, che venne unanimemente percepita come una reazione diretta a quei drammatici eventi. Esortando se stesso a non soffocare il proprio canto nonostante le risa trionfanti dei «carnefici», Zagajewski delinea una poetica del «malgrado tutto», tenacemente aggrappata ai brandelli di bellezza che, per quanto fragili, sussistono intorno a noi: «Canta il mondo storpiato / e la penna grigia perduta dal tordo, / e...