Cultura

Transessuali da museo

Transessuali da museoCandice Breitz

Arte&politica La Biennale senegalese Dak'art finisce nel mirino degli integralisti islamici, a causa della sua tematica gay. Intervista con la curatrice della galleria sotto accusa: «Abbiamo cercato di contrastare le norme severe e i pregiudizi, dando una raffigurazione diversa»

Pubblicato più di 10 anni faEdizione del 10 giugno 2014
Con alcuni giorni di anticipo sulla conclusione della manifestazione, due mostre della parte Off di Dak’Art, la biennale di arte contemporanea che si svolge dai primi anni novanta nella capitale senegalese, sono state chiuse dalle autorità, sollecitate da alcuni esponenti religiosi islamici: la loro colpa è quella di avere toccato il tema dell’omosessualità e dell’omofobia in Africa. L’esposizione presentata dalla galleria Raw Material Company, diretta dalla curatrice Koyo Kouoh, era interamente consacrata all’«immagine gay in Africa»; la collettiva proposta da Aissa Dione, altra affermata gallerista, proponeva invece un’opera della senegalese Mame-Diarra Niang ispirata dall’esumazione, nel 2009, della salma di un...

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