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Transizione ecologica, il «che fare» non è dei governi ma dei movimenti
Alternative Non c’è riconversione dall’alto, Cop 26 è fallita come tante altre. Ma basta sfiducia, immaginiamo un federalismo produttivo alternativo a partire dai punti di crisi e di lotta
Civitavecchia – Attilio Cristini
Alternative Non c’è riconversione dall’alto, Cop 26 è fallita come tante altre. Ma basta sfiducia, immaginiamo un federalismo produttivo alternativo a partire dai punti di crisi e di lotta
Pubblicato quasi 3 anni faEdizione del 23 dicembre 2021
Spesso, di fronte alla complessità della conversione ecologica – ormai all’ordine del giorno, seppure nelle più svariate versioni, sotto forma di «transizione» – si finisce per indicare «che cosa i governi dovrebbero fare»; e la risposta è quasi sempre: una politica economica che riallochi risorse finanziarie, materiali e umane per perseguire quell’obiettivo realmente e non per finta (cosa molto frequente) senza danneggiare la parte più vantaggiata della società. È ciò che auspica anche Tonino Perna nell’articolo pubblicato sul manifesto il 17.12. Ma quelle politiche i governi non le realizzeranno mai, perché rispondono a logiche completamente diverse dalle loro. E noi...