Europa

Tristi, solitari, finali. Cronache letterarie da un Paese in ginocchio

Tristi, solitari, finali. Cronache letterarie da un Paese in ginocchio/var/www/vhosts/ilmanifesto.co/ems/data/wordpress/wp content/uploads/2014/04/18/Edificio che crolla

Spagna Alcuni scrittori commentano la situazione nel Paese dalle pagine dei quotidiani, Altri hanno invece trasformato la recessione in topos narrativo. Spesso con toni nichilistici e privi di futuro

Pubblicato più di 10 anni faEdizione del 18 aprile 2014
Nelle prime pagine del Dizionario dei vizi e delle virtù (Feltrinelli 1997) Salvatore Natoli ricorda che l’etica prima di aver a che fare con quello che si deve o non si deve fare, identifica forme di vita, visioni di mondo, punti di vista, persuasioni e credenze. Nella Spagna della crisi, qual è l’etica degli scrittori in un momento storico in cui parlare di futuro sembra essere un’illusione giacché interrogarsi sul presente può risultare pericoloso e, forse, sovversivo? Se da un lato c’è chi come Javier Marías, Juan José Millás, Félix de Azúa o Elvira Lindo, per citarne alcuni, sceglie le pagine...

ABBONAMENTI

Passa dalla parte del torto.

Sostieni l’informazione libera e senza padroni.
Leggi senza limiti il manifesto su sito e app in anteprima dalla mezzanotte. E tutti i servizi della membership sono inclusi.

Per continuare a leggere, crea un account gratuito
Hai già un account? Accedi