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Trump specchio della instabilità americana
Fenomeno Donald Si muove con vorticosa irrequietezza, esattamente come faceva da candidato, ma senza il calcolo evidente di chi ha il chiodo fisso della rielezione. Dà ascolto solo a se stesso arrivando anche a delegittimare personaggi chiave della sua amministrazione
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Fenomeno Donald Si muove con vorticosa irrequietezza, esattamente come faceva da candidato, ma senza il calcolo evidente di chi ha il chiodo fisso della rielezione. Dà ascolto solo a se stesso arrivando anche a delegittimare personaggi chiave della sua amministrazione
Pubblicato circa 8 anni faEdizione del 12 febbraio 2017Edizione 12.02.2017
La campagna permanente, era il titolo brillante di un saggio scritto da Sidney Blumenthal, agli inizi degli anni ’80, che preconizzava l’ingresso in un’era nella quale la logica più umorale che razionale delle campagne elettorali avrebbe guidato anche l’azione di un presidente – o di un qualsiasi parlamentare – svincolato da paradigmi di partito e in una costante, spasmodica, attenzione ai sondaggi e agli umori del pubblico, e nell’assillo indomabile di dover essere rieletti e poter conservare il potere. In Trump The Permanent Campaign, fin dal primo giorno alla Casa bianca, è nel suo pieno dispiegamento, e lo è in...