Cultura
Tsunami, il motore di nuovi mondi
58/a Biennale arte di Venezia Un'intervista con il curatore del padiglione giapponese Hiroyuki Hattori. Nella mostra «Cosmo Eggs» (questo il titolo) si indaga la possibilità di coesistenza fra abitanti diversi della terra, umani e non. E per l'occasione, hanno lavorato insieme l'artista, un antropologo, un compositore e un architetto
Interno del padiglione giapponese ai Giardini, 58/a Biennale d'arte a Venezia – Foto di Costanza Fraia
58/a Biennale arte di Venezia Un'intervista con il curatore del padiglione giapponese Hiroyuki Hattori. Nella mostra «Cosmo Eggs» (questo il titolo) si indaga la possibilità di coesistenza fra abitanti diversi della terra, umani e non. E per l'occasione, hanno lavorato insieme l'artista, un antropologo, un compositore e un architetto
Pubblicato più di 5 anni faEdizione del 8 giugno 2019
A volte, dai disastri naturali nascono nuovi mondi. È la storia che ci narrano gli tsunamiishi, quelle rocce porose e aliene che rotolano sulla terra per caso, spinte in superficie dagli abissi dell’oceano in seguito a una catastrofe inaspettata, che finisce per sovvertire l’ordine delle cose. In Giappone sono abituati a questi «spostamenti» di esistenze. È nel dna del loro arcipelago accogliere «presenze» che ridisegnano i confini, cambiando i connotati al paesaggio. È accaduto anche con il terremoto e il devastante tsunami del 2011, in cui all’esplosione della natura si è aggiunta quella nucleare. L’artista Moyoyuki Shitamichi – insieme a...