Internazionale
Tunisia, la rabbia dell’Ugtt. E migranti via a «a testa alta»
La protesta continua Dopo gli arresti il più grande sindacato del Paese scende in piazza contro il presidente Saied. Xenofobia, il governo frena: «Contro di noi dura campagna di fake news, il nostro rimane uno Stato africano». Ma la fuga verso Abidjan è già iniziata
Migranti sub-sahariani accampati di fronte agli uffici dell’Oim a Tunisi per trovare riparo dalla recente ondata di attacchi e dalle dichiarazioni del presidente Saied, a sfondo razzista in entrambi i casi – Ap
La protesta continua Dopo gli arresti il più grande sindacato del Paese scende in piazza contro il presidente Saied. Xenofobia, il governo frena: «Contro di noi dura campagna di fake news, il nostro rimane uno Stato africano». Ma la fuga verso Abidjan è già iniziata
Pubblicato più di un anno faEdizione del 7 marzo 2023
Matteo GaravogliaTUNISI
Ci sono diversi modi per esprimere il proprio malcontento nei confronti dell’operato di un governo. Uno è scendere in piazza ed esprimere la propria rabbia; un altro è decidere di lasciare il paese per garantirsi un futuro degno. Nelle ultime due settimane in Tunisia è successo tutto questo in uno dei momenti più duri a livello politico, economico e sociale. Gli attori principali sono diversi, le rivendicazioni anche, quello che rimane è un quadro di assoluta precarietà per il piccolo Stato nordafricano. È stato il sindacato più importante del paese, l’Unione generale tunisina del lavoro (Ugtt), a restituire nella loro...