Europa
Tutele crescenti per i padroni e decrescenti per i lavoratori
La legge Reintegrazione solo in casi residuali, indennità non più «risarcitoria» ma legata all’anzianità, datori di lavoro che licenziano «premiati», assunzioni a lungo termine scoraggiate. Cosa cambia con il Jobs Act
La legge Reintegrazione solo in casi residuali, indennità non più «risarcitoria» ma legata all’anzianità, datori di lavoro che licenziano «premiati», assunzioni a lungo termine scoraggiate. Cosa cambia con il Jobs Act
Pubblicato più di 9 anni faEdizione del 20 marzo 2015
Il legislatore manca di rispetto ai cittadini quando usa in modo improprio le parole, illudendoli che le norme abbiano un significato diverso da quello che hanno effettivamente. Facciamo un esempio: il Contratto a tutele crescenti, in realtà, non è un contratto, né prevede tutele crescenti per i lavoratori. Si tratta, invece, di un’abrogazione camuffata dell’art. 18 dello Statuto dei lavoratori. Per la prima volta dal 1970, la tutela così detta forte contro il licenziamento illegittimo (consistente nel diritto alla reintegrazione nel posto di lavoro ingiustamente cessato e/o in un risarcimento del danno dignitoso, fino a 24 mensilità), non si applicherà...