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Ue-Cina, Bruxelles fa il poliziotto buono

Ue-Cina, Bruxelles fa il poliziotto buono

Summit virtuale L’assenza di un comunicato congiunto a fine summit ci fa capire che le posizioni sono agli antipodi e nessuno si aspettava di formulare piani concreti per la cooperazione bilaterale: è stata un’opportunità per chiarire le reciproche posizioni in un momento teso e delicato

Pubblicato più di 2 anni faEdizione del 2 aprile 2022
Le posta in gioco per il summit Ue-Cina non poteva essere più alta. La guerra in Ucraina rappresenta un momento cruciale per l’ordine internazionale ed è importante che ciascuno giochi il proprio ruolo. Con la rinnovata sintonia transatlantica, il coordinamento su Pechino rappresenta una priorità alta nelle agende di Washington e Bruxelles e l’attacco militare russo ha spinto le due sponde dell’Atlantico ancora più vicine. Dal canto suo Pechino non vuole pressioni, e certamente non vuole schierarsi apertamente al fianco dell’Occidente. Aspettarsi un cambio di rotta da parte della Cina sarebbe quindi ingenuo – Pechino non può e non vuole...

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