Ultras di Milan e Inter, 19 arresti con l’ombra della ‘ndrangheta
L'inchiesta Affari illeciti sulla vendita dei biglietti, della birra e il catering all’interno dello stadio, gestione dei parcheggi durante partite e concerti. E poi risse, pestaggi, aggressioni
L'inchiesta Affari illeciti sulla vendita dei biglietti, della birra e il catering all’interno dello stadio, gestione dei parcheggi durante partite e concerti. E poi risse, pestaggi, aggressioni
Gli arresti più chiacchierati e annunciati di Milano sono infine arrivati. All’alba di lunedì mattina, su ordine della Procura guidata da Marcello Viola, polizia e guardia di finanza hanno arrestato 19 ultras di Milan e Inter azzerando i direttivi delle rispettive curve. Non era mai successo che tifoserie di opposte fazioni della stessa città venissero colpite contemporaneamente da un provvedimento giudiziario, ma Milano fa caso a sé nel panorama ultras italiano perché qui da 40 anni c’è un patto di non belligeranza tra ultras rossoneri e nerazzuri, un patto che negli ultimi anni si è trasformato in un sodalizio criminale per gestire soldi e potere.
I reati contestati ai 19 sono a vario titoli associazione a delinquere, estorsione, lesioni, violenza e altri reati. Per i capi della curva Nord interista c’è anche l’aggravante del metodo mafioso per aver favorito l’ingresso negli affari della curva di Antonio Bellocco, erede dell’omonima famiglia di ‘ndrangheta. Tra i reati contestati non c’è il traffico di droga, che molti attendevano. Gli affari illeciti erano invece sulla vendita dei biglietti, del catering e della birra all’interno dello stadio, nella gestione dei parcheggi durante le partite e i concerti. E poi i cosiddetti da stadio: risse, pestaggi, aggressioni tra ultras dello stesso colore e scontri con le altre tifoserie. Gli arresti erano stati chiesti dai pm Paolo Storari e Sara Ombra già il 14 giugno 2024, ma il gip aveva chiesto ulteriori approfondimenti.
Nel mezzo l’omicidio di Antonio Bellocco per mano del capo ultras interista Andrea Beretta, omicidio che ha sorpreso anche gli investigatori, pur consapevoli delle frizioni tra i due. Le investigazioni erano partire nel 2018, proseguite negli anni «soprattutto dopo l’omicidio di Vittorio Boiocchi, storico capo della curva Nord interista. Per i reati di stadio le lancette vanno indietro fino a ottobre 2015 con uno l’aggressione degli interisti ai danni di quelli juventini durante un Inter-Juve. Dentro allo stadio l’estorsione ai danni dei gestori del catering avveniva tramite emissione di false fatture, quella sui biglietti ai danni di altri gruppi della curva per obbligarli ad acquistare «tagliandi d’ingresso allo stadio a prezzi maggiorati».
C’è un episodio citato nelle carte riferito alla nord interista. Marco Ferdico minaccia uno dei capi dei Boys sezione Roma dicendogli che deve vendere i biglietti con una maggiorazione di 10 euro per finanziare la curva. «Vado davanti allo striscione Boys Roma e mi guardo tutti i nomi che ho segnato, chi non è segnato con curva nord, avvisa tutti che piglia calate davanti a tutti!» dice Ferdico al responsabile dei Boys sezione Roma. A cambiare le sorti della nord interista dopo l’omicidio di Vittorio Boiocchi è l’arrivo dalla Calabria di Antonio Bellocco, erede dell’omonima cosca.
«Forte della sua fama criminale derivante dalla sua appartenenza alla famiglia Bellocco, spalleggiava Ferdico e Beretta per riunire il tifo organizzato interista sotto un’unica regia» scrivono i pm «sopprimendo tutti gli altri gruppi del tifo organizzato così garantendosi in esclusiva i guadagni derivanti dalla gestione delle attività illecite facenti capo allo stadio. Bellocco inoltre aveva il compito di respingere iniziative di altri gruppi criminali interessati a gestire i guadagni dello stadio».
L’arrivo di Bellocco ha un altro effetto sulla curva: spingere il gruppo degli Irriducibili, legati ai neofascisti di Lealtà Azione, fuori dal direttivo e lontano dalla balaustra del secondo anello. In questa battaglia di potere curvaiola è l’uomo della ‘ndrangheta ad avere la meglio sui neofascisti. Bellocco era arrivato a Milano dalla Calabria grazie a Marco Ferdico «che gli procurava alloggio e occupazione lavorativa fittizia, riversava parte dei guadagni derivanti dalle attività illecite, anche ai fini del mantenimento in carcere dei detenuti».
Ai capi della curva Sud del Milan è contestata l’associazione a delinquere ma senza l’aggravante del metodo mafiosa. E una storia di violenza ormai consolidata quella nella Sud, iniziata nel 2005 quando con la violenza viene di fatto imposto lo scioglimento della Fossa dei Leoni, il primo gruppo ultras nato in Italia nel 1968 i cui vertici erano estranei a logiche di business e gestione del potere criminale come invece gli eredi capeggiati da Luca Lucci hanno praticato. Tra gli ultras milanisti arrestati ci sono anche due bodyguard del rapper Fedez.
Sui rapporti tra le due curve viene citato l’episodio della vendita dei biglietti per la finale di Champions League di Istanbul del 2023. «Era intervenuto un accordo tra le tifoserie di Milan e Inter prima che venisse disputata la semifinale tra le due squadre. Accordo che prevedeva che chiunque avesse vinto si impegnava a dare una quota di biglietti ad esponenti della tifoseria avversa». Le conversazioni intercettate, secondo il gip, «restituiscono la chiara rappresentazione dell’accordo intercorso fra i due sodalizi per suddividere ogni introito potesse derivare dalla partecipazione di una delle due compagini milanesi all’atto conclusivo della Champions League». Sul fronte interista poi «pareva essere intervenuto un accordo con la società per conseguire 1.500 biglietti per la sola Curva Nord».
La Procura di Milano ha avviato anche un cosiddetto «procedimento di prevenzione» nei confronti di Inter e Milan, le due società non indagate ma che dovranno dimostrare, in un contraddittorio, di aver reciso i legami con il mondo ultrà, soprattutto sul fronte della gestione dei biglietti. Altrimenti si potrebbe arrivare a un provvedimento di amministrazione giudiziaria, che significherebbe il commissariamento dei due club. Altra grande novità di questa indagine, che è un messaggio alle curve di tutta Italia, è l’utilizzo dei daspo «fuori contesto». Lo ha spiegato il questore di Milano Bruno Megale: «Sono stati adottati 24 daspo, 10 aggravati. Il procedimento è stato avviato per 89 ultras di Inter e Milan, i daspo fuori contesto consentono di inibire lo stadio a condannati di particolari reati» anche se non hanno commesso reati di stadio o hanno già scontato la pena. «Un segnale forte che diamo alle curve» ha detto Megale.
I consigli di mema
Gli articoli dall'Archivio per approfondire questo argomento