Internazionale
Un anno con Díaz-Canel a Cuba
Bilancio e prospettive Il primo presidente che non si chiama Castro ha dato il via al nuovo corso. Ma le dure sanzioni di Trump che ora si aggiungono a 60 anni di embargo rischiano di far precipitare l’isola verso un altro «periodo speciale»
Il presidente cubano Miguel Díaz-Canel (con dietro il suo predecessore Raúl Castro) al congresso del Pcc che lo ha incoronato leader nel 2018 – Afp
Bilancio e prospettive Il primo presidente che non si chiama Castro ha dato il via al nuovo corso. Ma le dure sanzioni di Trump che ora si aggiungono a 60 anni di embargo rischiano di far precipitare l’isola verso un altro «periodo speciale»
Pubblicato più di 5 anni faEdizione del 21 aprile 2019
Roberto LiviL'AVANA
Quando un anno fa aveva giurato come nuovo presidente di Cuba – il primo dal 1960 a non avere il cognome Castro – Miguel Díaz-Canel aveva chiaro il compito che gli era assegnato: modernizzare il paese nella continuità con linea politica che i suoi due predecessori avevano stabilito. Lo slogan era: giungere a un socialismo prospero e sostenibile. INGEGNERE, 58 ANNI la maggior parte dei quali trascorsa a salire i vari gradi del partito-stato – il Pcc – e con esperienza nel governo era il candidato «più preparato» per garantire la transizione a un governo retto dalla nuova generazione, quella...