Cultura
Un blues di provincia tra roba, centri commerciali e sconfitte
Narrativa italiana «Cesco e il grande tossico» di Luca Pakarov, per Fandango. Se nasci qui «non hai scampo», dice il protagonista, marchigiano come l’autore. Scritto durante il lockdown, il romanzo è frutto di quella stasi obbligata che ha affinato i sensi
Tim Noble e Sue Webster, «Wild Mood Swings», 2009
Narrativa italiana «Cesco e il grande tossico» di Luca Pakarov, per Fandango. Se nasci qui «non hai scampo», dice il protagonista, marchigiano come l’autore. Scritto durante il lockdown, il romanzo è frutto di quella stasi obbligata che ha affinato i sensi
Pubblicato più di un anno faEdizione del 2 marzo 2023
Cesco quasi non si accorge della globalizzazione, se non distrattamente, dalla televisione di casa, dallo schermo nei bar dove scorrono le immagini in loop prima di Genova 2001, poi dell’11 settembre. Non che gliene freghi granché. Cesco vive nelle Marche, in una delle cittadine della «sonnacchiosa provincia» tra le colline e l’Adriatico dove s’è ammassata negli ultimi decenni la popolazione di quella regione. «Se si volesse stabilire il paesaggio italiano più tipico, bisognerebbe indicare le Marche, specie nel maceratese e ai suoi confini», ha scritto Guido Piovene nel suo Viaggio in Italia della metà degli anni ’50. Annotava anche quanto...