Cultura

Un confine surreale

Un confine surrealeDoris Salcedo, «Shibboleth», 2007

No man's land Riflessioni intorno al concetto di «gate». Nel libro «The queue» dell’egiziana Basma Abdel Aziz, uscito per Melville House, il cancello è l’immagine fisica della chiusura, mentre la fila assume i contorni della speranza disperata

Pubblicato più di 8 anni faEdizione del 20 luglio 2016
Medio Oriente, una città di fantasia. Una rivoluzione, una sconfitta. La rivolta popolare è fallita, l’autorità si è imposta sui cittadini che hanno osato sfidarla. La sollevazione viene etichettata come «Eventi Vergognosi» e la popolazione è costretta a piegarsi al Grande Fratello della città. Che qui si chiama The Gate, il cancello. Alla surreale e pervasiva autorità – invisibile ma presente, ombra sinistra e allucinata che soffoca con la sua burocrazia dittatoriale e centralizzata la vita quotidiana – ogni cittadino deve rivolgersi per ottenere il minimo servizio. Di fronte alle sue porte la fila è interminabile. Letteralmente. Sotto il sole,...

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