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Un decreto per mettere le mani sulla Rai: pessimo il fine, peggiore il mezzo
Commenti Il partito di Giorgia Meloni non vede l’ora di occupare le postazioni del servizio pubblico. L’azienda radiotelevisiva rappresenta una sorta di desiderio proibito per una destra che ha la sindrome del cugino di campagna
Commenti Il partito di Giorgia Meloni non vede l’ora di occupare le postazioni del servizio pubblico. L’azienda radiotelevisiva rappresenta una sorta di desiderio proibito per una destra che ha la sindrome del cugino di campagna
Pubblicato più di un anno faEdizione del 6 maggio 2023
Il decreto-legge varato dal consiglio dei ministri dello scorso giovedì, per epurare l’amministratore delegato della Rai Fuortes, è un caso di scuola. Tutto ciò che non si può fare, viene invece messo in atto con una protervia persino inedita. Come si sa, il ricorso alla decretazione d’urgenza è previsto in casistiche ben delimitate. E già sotto tale profilo il testo in questione desta sospetti di dubbia costituzionalità. Tuttavia, il merito va al di là di ogni più fosca previsione. Nell’età berlusconiana fioccavano provvedimenti ad personam e allora politica e televisione appartenevano ad uno stesso universo. Il mandato era di tutelare...