Cultura

Un epistolario oltre le sbarre

Un epistolario oltre le sbarreElena Lourenco, «Bound»

Scaffale «Fine pena: ora» di Elvio Fassone, pubblicato da Sellerio. Uno scambio di lettere durato ventisei anni fra il mafioso Salvatore M. e il giudice che emise la sentenza di condanna all'ergastolo

Pubblicato quasi 9 anni faEdizione del 11 febbraio 2016
Torino 1985, inizia il maxiprocesso alla mafia catanese: 242 imputati, un centinaio in stato di detenzione, gli altri a piede libero. Presidente della Corte d’Assise: Elvio Fassone. Tra gli imputati in gabbia: Salvatore M. (nome di fantasia, personaggio reale), il più antagonista, il più spavaldo e provocatore di tutti. Fassone e Salvatore, un giudice serio, garantista, colto, severo e umano e un ventisettenne ribelle e capo, nato nella parte sbagliata della società («A noi che siamo maledetti, o la tomba o la galera. Che vuole che ci aspetti, a chi nasce nel Bronx di Catania?»). Il confronto dura quanto il...

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