Cultura

Un itinerario di viaggio nel mood complottista della destra plurale

Un itinerario di viaggio nel mood complottista della destra plurale

L’inchiesta Claudio Cerasa racconta per Rizzoli l’inquietante normalità del pericolo. Che si tratti della pandemia, del numero e della presenza dei migranti, della «visione» della giustizia, i giovani, le alleanze internazionali, dall’eurodestra di Le Pen e Orbán fino a Trump di cui si auspica un ritorno alla Casa Bianca, il complottismo sembra fare da filo conduttore tra quelle che a prima vista appaino come culture politiche non sempre convergenti

Pubblicato circa 2 anni faEdizione del 21 settembre 2022
Un’egemonia politico-culturale che, sebbene a fasi alterne, dura da quasi un trentennio, vale a dire da quando Silvio Berlusconi portò per la prima volta la «destra plurale» alla guida del Paese nella primavera del 1994? O piuttosto il combinato disposto di una crisi di lungo corso che coinvolge la politica e la società italiane così profondamente da aver concesso in questi anni alle destre la sola alternativa di un movimento «né di destra né di sinistra» come i Cinque stelle? Quale che sia la risposta, tra queste e le molte altre in campo alla vigilia del voto del 25 settembre...

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