Cultura

Un laboratorio della modernità per indagare il presente

Un laboratorio della modernità per indagare il presenteAuguste Couder, «Séance d'ouverture de l'Assemblée des états généraux, 5 mai 1789», 1839

Scaffale «Napoleone deve morire. L’idea di ripetizione storica nella Rivoluzione francese» di Francesco Benigno e Daniele Di Bartolomeo, per Salerno editrice. Un lavoro che sembra recuperare - dandole qualità - l’eredità dell’ultimo Furet sull’autonomia della parola nel definire l’azione democratica

Lo scorso giugno, in piena pandemia, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha convocato gli Stati generali per rilanciare l’azione di governo, sollevando voci ora ironiche ora allarmate su quella enfatica rievocazione della storia. Il riferimento, naturalmente, era agli Stati generali del 1789 voluti da Luigi XVI per potenziare la monarchia che innescarono il processo rivoluzionario. Per i commentatori evocare quell’esperienza si traduceva nell’involontaria vocazione al fallimento. Più complesso il gioco di specchi e la connessione fra passato, presente e futuro che la dichiarazione di Conte ha tirato in ballo. Su questa dimensione si muovono le riflessioni di Francesco Benigno...

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