Cultura
Un orizzonte di visionaria felicità
Incontri Intervista con la filosofa della «Scuola di Budapest», in Italia come ospite al festival Biblico di Vicenza. «Le distopie sono avvertimenti. Ci mostrano le alternative alla disillusione e alla catastrofe. Oggi bisogna coltivare il giardino in cui viviamo: lo diceva già Voltaire nel ’Candido’»
Ilya e Emilia Kabakov, «Fallen Angel»
Incontri Intervista con la filosofa della «Scuola di Budapest», in Italia come ospite al festival Biblico di Vicenza. «Le distopie sono avvertimenti. Ci mostrano le alternative alla disillusione e alla catastrofe. Oggi bisogna coltivare il giardino in cui viviamo: lo diceva già Voltaire nel ’Candido’»
Pubblicato più di 8 anni faEdizione del 7 giugno 2016
A ottantasette anni, Ágnes Heller incarna sempre la vitalità della filosofia ben oltre l’etichetta di «allieva di Lukács». È stata una delle protagoniste al Festival Biblico di Vicenza del dialogo con Riccardo Mazzeo, ispirato dal saggio a quattro mani Il vento e il vortice. Utopie, distopie, storia e limiti dell’immaginazione (Erickson pagine 152 euro 14,50). «È un libro nato a Pordenonelegge nel settembre 2015 dopo il confronto con Riccardo Mazzeo sul tema ’bellezza e utopia’. Allora mi stavo occupando di filosofia medioevale e rinascimentale. Ma scattò l’interrogativo: ’Perché oggi non ci sono più utopie?’. Così sono giunta alla conclusione che...