Colgo ed apprezzo il paradosso insito nell’articolo. Suona un po’ come “anticipare il comunismo, oggi”: qualcosa che aveva senso all’epoca dei movimenti, nel “lungo '68”, ma che è oggi improponibile. Se non altro perché non è per nulla chiaro chi dovrebbe essere preposto a produrre un “immaginazione” non frammentaria, chi e come a diffonderla, quali dovrebbero essere i destinatari. Dove sono gli intellettuali e gli artisti “impegnati”, qualcuno forse gli organizza, lo fa il Manifesto? In realtà, è proprio l’idea stessa di “programma”, che aveva segnato nobilmente la storia del movimento operaio e socialista, che è venuta a mancare o meglio che viene dalle varie sinistre bandita addirittura dal lessico elettorale considerandola ideologica nell’epoca del post-moderno. Forse che non é vero che si preferisce giocare di rimessa rispetto alla destra, al suo senso comune ad oggi vincente?