Visioni

Un ragazzo un po’ presuntuoso con l’arte dell’attore nel cuore

Un ragazzo un po’ presuntuoso con l’arte dell’attore nel cuore

Intervista Una conversazione con Lino Capolicchio attraverso lo spettacolo italiano, dagli esordi al debutto alla regia con«Pugili». Strehler lo lancia a teatro, ma il successo arriva con il film di De Sica, «Il giardino dei Finzi Contini»

Pubblicato quasi 5 anni faEdizione del 14 febbraio 2020
Protagonista e testimone di un bel tratto di storia del cinema e del teatro, Lino Capolicchio ha lavorato con Strehler, Zeffirelli, De Sica, De Santis, Lizzani. Una carriera iniziata a metà anni Sessanta e costellata di film più e meno popolari – «adoro Amore e ginnastica» dice – che lo ha portato poi a insegnare al Centro sperimentale, a scrivere sceneggiature e a dirigere due film (Pugili e Diario di Matilde Manzoni) e due allestimenti d’opera (La Bohème e Manon Lescaut). I suoi tanti incontri, da Liz Taylor a Silvana Mangano, da Anna Magnani a Carmelo Bene, sono ora narrati...

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