Cultura

Un viaggio nella storia di Vittorio Arrigoni

Un viaggio nella storia di Vittorio ArrigoniVittorio Arrigoni

Scaffale Quel «ritratto di un utopista» nel libro di Anna Maria Selini per Castelvecchi

Pubblicato più di 4 anni faEdizione del 18 marzo 2020
A nove anni dalla sua uccisione Vittorio Arrigoni non smette di suggestionare. Con il suo fisico dirompente, le passioni partigiane che lo consumavano, la pipa, la kefiah al collo, il cappello da marinaio, tutto in Vittorio trasudava (trasuda) mito. Un mito mai fasullo né costruito, ma genuino, tangibile. Il giorno in cui venne battuta la notizia del suo rapimento a Gaza, tanti pensarono fosse un errore. O almeno ci sperarono, non era possibile altrimenti. Poi la notizia dell’uccisione, un pugno in faccia che non poneva fine all’incredulità. Sembrava sgretolarsi quel «Restiamo umani» che lo aveva reso celebre, che aveva permesso...

ABBONAMENTI

Passa dalla parte del torto.

Sostieni l’informazione libera e senza padroni.
Leggi senza limiti il manifesto su sito e app in anteprima dalla mezzanotte. E tutti i servizi della membership sono inclusi.

Per continuare a leggere, crea un account gratuito
Hai già un account? Accedi