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Un welfare a pezzi: altro che bonus, ci vuole un reddito di base anche per gli «incapienti»

Un welfare a pezzi: altro che bonus, ci vuole un reddito di base anche per gli «incapienti»

Il caso Dal governo spunta la proposta di un altro bonus per i lavoratori più poveri: 400 euro all'anno. Una misura che conferma la frammentazione dello stato sociale, non risolve i buchi di un malconcepito "reddito di cittadinanza" e rafforza la trappola della precarietà. Per lottare contro le diseguaglianze non servono misure neoliberali, ma ripensare lo stato sociale in senso universalistico e anche un reddito incondizionato. Le risorse ci sono: Siamo realisti, chiediamo il possibile.

Pubblicato circa 5 anni faEdizione del 8 ottobre 2019
Li chiamano «incapienti». Sono i contribuenti che hanno un reddito fino a 7.500 euro annui, tanto basso da non presentare la dichiarazione dei redditi. E nel caso la presentano, non beneficiano di detrazioni. Con 3 milioni e 700 mila di poveri al lavoro (in-working poors) l’Italia è quarta nell’Unione Europea, subito dopo Romania, Spagna e Grecia. Nonostante siano occupate, queste persone vivono in nuclei familiari a rischio povertà. E, tra loro, i lavoratori autonomi sono i più penalizzati perché devono pagarsi la previdenza e le tasse che invece i dipendenti parasubordinati, in maggioranza part-time involontari, condividono per due terzi con...

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