Cultura

Una brutale rieducazione

Una brutale rieducazione

Novecento A ottant’anni dalla guerra civile spagnola, un’analisi sul ruolo dell’Italia. Combattere sul suolo iberico fu un’esperienza coinvolgente per molti giovani intellettuali, convinti fascisti seppure di sinistra che, in quell’estate del 1936, videro cambiare la propria vita. Come Ingrao e Vittorini

Pubblicato più di 8 anni faEdizione del 19 luglio 2016
Il 17 luglio di ottanta anni fa, un «pronunciamiento» militare prese le mosse dal Marocco, estendendosi il giorno successivo in tutta la Spagna, secondo un piano da tempo preparato da alcuni generali spagnoli. L’intento dei cospiratori era quello di provocare la caduta del governo repubblicano e di imporre un regime autoritario. Dopo tre giorni, il golpe poteva considerarsi parzialmente fallito: la spontanea reazione da parte delle masse popolari, che risposero all’appello per una difesa in armi della Repubblica lanciato dai partiti vincitori delle elezioni nel febbraio dello stesso anno e dai sindacati, diede vita una guerra che, seppur combattuta solamente...

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