Cultura
Una città eterna alla Edgar Allan Poe
Thriller «È così che si uccide» di Mirko Zilahy, uscito per Longanesi. Una Roma che somiglia alla metropoli di «Blade Runner», colpita da pioggia incessante, diventa il set di efferati delitti. E la trama del libro assume risvolti psicoanalitici, tra rimozioni e «ombre»
Andy Warhol, «Guns», 1981
Thriller «È così che si uccide» di Mirko Zilahy, uscito per Longanesi. Una Roma che somiglia alla metropoli di «Blade Runner», colpita da pioggia incessante, diventa il set di efferati delitti. E la trama del libro assume risvolti psicoanalitici, tra rimozioni e «ombre»
Pubblicato più di 8 anni faEdizione del 30 marzo 2016
La prima sensazione che si prova dopo aver letto il libro di esordio di Mirko Zilahy, intitolato È così che si uccide (Longanesi, pp. 411, euro 16,40) è che una Roma così non si era mai vista. Una Roma da sempre associata al suo clima mite, al sole, al caldo, per tutti i diciannove giorni in cui si svolgono gli avvenimenti narrati, è flagellata ininterrottamente dalla pioggia. Quasi come se una vicenda così oscura come quella narrata in questo thriller, avesse bisogno di un tale scenario cupo e inusuale. Uno scenario che sembra rispecchiare l’interiorità dei personaggi principali, le loro...