Cultura

Una città futura a prova di cigno nero

Una città futura a prova di cigno neroFrançois Dallegret Reyner Banham, « A Home is not a House», 1965

Architettura Intervista con Cino Zucchi, docente e progettista con studio a Milano. Spesso viviamo in case o quartieri costruiti da persone con valori, tecniche e stili di vita assai diversi dai nostri. Le foto attuali di piazze deserte insegnano che gli spazi pubblici «consistono», sia vuoti che pieni. «Un buon ambiente urbano non dovrebbe essere costruito su sensori interattivi, diagrammi di traffico o mutazioni climatiche, ma su un profondo benessere umano»

Pubblicato più di 4 anni faEdizione del 30 aprile 2020
«Basta un’istantanea scattata con il mio Iphone a uno dei miei quattro figli addormentato la mattina sul divano – questo anche ben prima del lockdown da Coronavirus – per far crollare l’intera costruzione teorica dell’alloggio funzionalista e della sua corrispondenza biunivoca tra stanze e attività – racconta al manifesto l’architetto Cino Zucchi – In un raggio di non più di due metri dal suo corpo sdraiato troviamo un laptop con le immagini congelate dell’ultima riunione di lavoro, una tazza di caffè, i resti di un pasto giappo-brasiliano ordinato a Deliveroo, un pacco Amazon Prime appena scartato, un cellulare con i...

ABBONAMENTI

Passa dalla parte del torto.

Sostieni l’informazione libera e senza padroni.
Leggi senza limiti il manifesto su sito e app in anteprima dalla mezzanotte. E tutti i servizi della membership sono inclusi.

Per continuare a leggere, crea un account gratuito
Hai già un account? Accedi