Cultura
Una «città» per tutte le sfide del linguaggio
Geografie Nel castello di Villers-Cotterêts, la Cité internationale de la langue française. Nonostante la crescita della tematica «woke», che in Francia è accesissima, con un certo sprezzo del pericolo, Macron ha respinto in blocco la scrittura inclusiva. Sullo sfondo, il ruolo della «francofonia» che lega Parigi agli scrittori emersi nelle sue ex-colonie
Il «cielo lessicale» della Cité Internationale de la Langue Française. Foto di Francois Nascimbeni/Afp, Getty Images
Geografie Nel castello di Villers-Cotterêts, la Cité internationale de la langue française. Nonostante la crescita della tematica «woke», che in Francia è accesissima, con un certo sprezzo del pericolo, Macron ha respinto in blocco la scrittura inclusiva. Sullo sfondo, il ruolo della «francofonia» che lega Parigi agli scrittori emersi nelle sue ex-colonie
Pubblicato circa un anno faEdizione del 15 novembre 2023
Il 30 ottobre scorso il presidente francese Emmanuel Macron ha inaugurato con gran fasto nel castello di Villers-Cotterêts (a cento chilometri da Parigi) la Cité internationale de la langue française, che aveva promesso sin dal 2017 candidandosi al secondo mandato. Tutti gli elementi dell’evento contengono importanti allusioni simboliche e politiche. Capolavoro del Rinascimento abbandonato da tempo e magnificamente restaurato in soli tre anni, il castello fu residenza del re Francesco I (1494 -1547) ed è il luogo da cui il sovrano emanò nel 1539 l’editto che stabiliva per la prima volta che gli atti ufficiali di tutto il Paese fossero...