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Una Coppa Davis che ancora evoca sangue

Una Coppa Davis che ancora evoca sangueBertolucci, Pietrangeli e Panatta

Sport Le pagine di "Sei chiodi storti" di Mario Cresto-Dina raccontano l’incapacità del potere sportivo, Federtennis e Coni, di gestire la vicenda della Coppa del '76, il totale asservimento al potere politico

Pubblicato più di 8 anni faEdizione del 21 maggio 2016
Una lezione di storia lunga quarant’anni, spiegata con chiarezza ai più giovani che non erano ancora nati e agli adulti assai distratti, in tempi di rimozione storica degli orrori che hanno caratterizzato le dittature militari nell’America Latina degli anni ’70 del secolo scorso. Un continuo alternarsi tra Roma e Santiago del Cile, i palazzi del potere politico guidati da Andreotti, infastiditi da una questione sportiva che via via assume un rilevante carattere politico interno e internazionale, come la finale della Coppa Davis del 1976 da disputarsi tra Cile e Italia. I palazzi del potere politico cileno, guidati dalla giunta militare...

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