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Una educazione “virale” alla globalizzazione
In una parola Ogni tanto qualche frammento di telegiornale o qualche notizia nelle magre pagine di esteri dei quotidiani ci ricorda che poco distante, in Siria e in Libia, si continua a sparare, […]
In una parola Ogni tanto qualche frammento di telegiornale o qualche notizia nelle magre pagine di esteri dei quotidiani ci ricorda che poco distante, in Siria e in Libia, si continua a sparare, […]
Pubblicato quasi 5 anni faEdizione del 4 febbraio 2020
Ogni tanto qualche frammento di telegiornale o qualche notizia nelle magre pagine di esteri dei quotidiani ci ricorda che poco distante, in Siria e in Libia, si continua a sparare, bombardare e a morire, a essere reclusi e torturati, mentre centinaia di migliaia di esseri umani scappano di qua e di là, abbandonando case e affetti per salvare la vita. Queste morti raramente conquistano i titoloni in prima pagina e i lunghi servizi televisivi che vediamo sull’emergenza del coronavirus. Come osservò Chomsky, un mondo ingiusto è ingiusto anche con le vittime, il valore della vita non è uguale per tutti....