Visioni
«Una madre, una figlia», nell’inferno dell’aborto la resistenza è di famiglia
Al cinema Mahamat-Saleh Haroun denuncia la difficile situazione del Ciad attraverso la lotta di due donne
Rihane Khalil Alio e Achouackh Abakar in «Una madre, una figlia»
Al cinema Mahamat-Saleh Haroun denuncia la difficile situazione del Ciad attraverso la lotta di due donne
Pubblicato più di 2 anni faEdizione del 14 aprile 2022
Lingui racconta, come ci suggerisce il titolo italiano, la storia di «una madre e di una figlia» a N’Djamena, capitale del Ciad, dove la vita per le donne sole, che hanno scelto di crescere una figlia o un figlio senza un marito significa emarginazione e solitudine. Amina, la protagonista, (la bravissima Achouackh Abakar) è stata ripudiata dalla famiglia per questa ragione, abita in una periferia gialla di polvere, e per far studiare Maria (Rihane Khalil Alio), la figlia adolescente, fa i conti ogni giorno coi soldi che mancano, con le avances untuose del vicino di casa assai timorato di Maometto...