Internazionale
Una “no-fly zone” non dichiarata sulla Siria
Siria/Iraq Più che a colpire l'Isis gli Usa e gli alleati arabi sembrano interessati a portare avanti il disegno per far uscire di scena Bashar Assad. I raid aerei hanno di fatto imposto una zona di "interdizione al volo" per l'aviazione governativa su almeno metà del paese, come l'opposizione chiedeva da tre anni
/var/www/ilmanifesto/data/wordpress/wp content/uploads/2014/09/26/no fly
Siria/Iraq Più che a colpire l'Isis gli Usa e gli alleati arabi sembrano interessati a portare avanti il disegno per far uscire di scena Bashar Assad. I raid aerei hanno di fatto imposto una zona di "interdizione al volo" per l'aviazione governativa su almeno metà del paese, come l'opposizione chiedeva da tre anni
Pubblicato circa 10 anni faEdizione del 27 settembre 2014
Cresce la “Coalizione” anti-Isis guidata da Washington – ieri si è aggiunta la Gran Bretagna – e proseguono i raid aerei in Iraq e Siria. L’enfasi che gli Usa mettono sulla “lotta al terrorismo” è notevole ma i risultati dei bombardamenti appaiono modesti. I colpi inferti ostacolano ma non fermano i miliziani agli ordini dell’emiro dell’Isis, Abu Bakr al Bahgdadi, che continuano ad avere appoggi dalle popolazioni sunnite. Le bombe del Pentagono non possono molto contro una ideologia che ha messo radici in Iraq grazie anche, aggiungiamo noi, ai finaziamenti ricevuti da anonimi cittadini delle petromonarchie filo-occidentali del Golfo (che...