Sono all’allibito dalle voci allarmistiche che girano intorno alle IA “capaci di minacciare l’umanità”. Questa a me sembra letteralmente una FAKE NEWS e mi spiace che sia riportata su il manifesto.
Io non sono un esperto di informatica o di elettronica, ma l’IA mi ha incuriosito parecchio e quindi ho fatto l’unica cosa che mi sembrava sensata fare: informarmi leggendo articoli di riviste specializzate e parlando con ingegneri elettronici ed informatici.
Per farla breve le IA hanno degli immensi limiti fisici: per far funzionare un’IA come un cervello umano con le sue infinite reti neurali ci vorrebbe una capacità di calcolo ed un relativo dispendio energetico letteralmente immenso. Le migliori IA oggi esistenti per “complessità” non arrivano neanche lontanamente al cervello dei nostri animali domestici e probabilmente non ci arriveranno mai.
Non esistono scorciatoie come ad esempio un fantomatico progetto Q* (che dal nome sa tanto di burla messa in piedi dal collettivo di Wu Ming) che possano aggirare il problema.
Quello che oggi fanno i chat bot come chatGPT di OpenAI è creare un testo o un’immagine sulla base di infinite “regole” informatiche inserite manualmente nella macchina da centinaia di sviluppatori sottopagati e non solo. Tutte queste migliaia di regole informatiche o righe di comando fungono da nodi “comportamentali” e se visualizzate su una mappa 3D possono dare l’impressione di imitare gli schemi neurali di un cervello umano, se non fosse che alla base di questo meccanismo non c’è nessuna vera intelligenza né un processo creativo, soprattutto se si considera che noi per far funzionare il nostro cervello, proprio perché siamo dotati di intelligenza, ci facciamo bastare meno di un piatto di pasta al pomodoro.
Quindi, anche nel caso in cui l’IA riuscisse a raggiungere la complessità dei nodi neurali di un cervello umano e una sufficiente capacità di calcolo da farlo funzionare correttamente, saremmo ancora lontani dall’aver creato una vera e propria intelligenza artificiale. Per chi ancora non lo sapesse, noi umani oltre a far funzionare il cervello con qualche maccherone ed un po’ di ossigeno, riusciamo alla bisogna anche a creare nuovi nodi neurali tramite un processo di apprendimento che magari per noi è considerato “difficile”, ma che in realtà riusciamo a fare con una relativa semplicità che fa impallidire il più avanzato degli algoritmi di “apprendimento” automatico.
Concludo dicendo che la fantomatica intelligenza artificiale sarà utile in alcuni campi come ad esempio nel settore videoludico, ma per far funzionare bene il tutto ci vorrà sempre la mano dell’uomo.