Una redazione senza padroni
Sciopero nazionale dei poligrafici Perdere un giorno in edicola per un editore "nudo" e “puro” come la nostra cooperativa ha un grave impatto, diretto e immediato, su stipendi e pagamenti di tutti, dipendenti e fornitori. Ma lo scontro sindacale nato attorno alla ristrutturazione del gruppo Caltagirone è un inedito punto di rottura del mondo editoriale che conosciamo. Ai nostri lettori chiediamo di sostenerci, acquistando l'edizione in pdf di stasera. Per difendere le ragioni dello sciopero e di una redazione senza padroni.
Sciopero nazionale dei poligrafici Perdere un giorno in edicola per un editore "nudo" e “puro” come la nostra cooperativa ha un grave impatto, diretto e immediato, su stipendi e pagamenti di tutti, dipendenti e fornitori. Ma lo scontro sindacale nato attorno alla ristrutturazione del gruppo Caltagirone è un inedito punto di rottura del mondo editoriale che conosciamo. Ai nostri lettori chiediamo di sostenerci, acquistando l'edizione in pdf di stasera. Per difendere le ragioni dello sciopero e di una redazione senza padroni.
Per lo sciopero nazionale dei poligrafici, il manifesto di venerdì non è in edicola, ma solo sul sito e in edizione pdf.
Perdere un giorno in edicola per un editore “nudo” e “puro” come la nostra cooperativa ha un grave impatto, diretto e immediato, su stipendi e pagamenti di tutti, dipendenti e fornitori.
Da 45 anni, nonostante tutto, questa straordinaria anomalia editoriale prosegue la sua strada: padroni di noi stessi fin dalla nascita, siamo lavoratori e lavoratrici che non hanno mai avuto nessun editore contro cui scioperare.
Salvo nel caso di vertenze importanti, come quella di oggi, che superano una dimensione puramente aziendale o industriale e assumono una luce tutta politica.
Lo scontro sindacale nato attorno alla ristrutturazione del gruppo Caltagirone (il Messaggero, il Mattino, il Gazzettino e altre testate) non è un episodio di crisi come tanti altri che abbiamo vissuto in prima persona o raccontato.
L’esternalizzazione di tutti i servizi professionali indispensabili alla produzione di un giornale e il loro affidamento a un contratto del commercio, invece che di settore, è un inedito punto di rottura del mondo editoriale che conosciamo.
L’effetto immediato di concentrazioni proprietarie impensabili fino a pochi mesi fa, tagli sempre più pesanti, disossamento progressivo di un intero sistema produttivo, dalle redazioni alle tipografie, su e giù per tutta la filiera della carta stampata.
Se le indiscrezioni di questo pomeriggio saranno confermate, alcuni giornali saranno oggi in edicola a dispetto dello sciopero. Edizioni a foliazione ridotta, su centri stampa non sindacalizzati, produzioni a cottimo.
Testate storiche e importanti potrebbero essere in edicola come se nulla fosse, con piccole proteste cosmetiche.
Sarebbe una scelta con pochi precedenti in un caso come questo. Una scelta politica precisa, contro il sindacato e contro i diritti, che piomba nel bel mezzo dei rinnovi contrattuali tanto dei giornalisti quanto dei poligrafici, lavoratori mai così deboli di fronte alla crisi e alle scelte dei pochi potenti di turno.
Corriere della Sera, Gazzetta dello Sport, Sole 24 Ore non usciranno ma faranno solo edizioni on line. E in tarda serata, dopo una giornata di confronto serrato, anche Repubblica e Stampa sciolgono la riserva: la redazione del quotidiano diretto da Mario Calabresi ha deciso di non andare in edicola per uno sciopero dei giornalisti a sostegno dei poligrafici, idem per il giornale di Torino (testate raccolte sotto la stessa proprietà). Segno che le pressioni dall’alto a favore dell’uscita di Stampubblica devono essere state fortissime.
In edicola ci vedremo sabato anche con Alias.
Ai nostri lettori chiediamo di sostenerci, acquistando l’edizione in pdf di oggi.
Per difendere le ragioni dello sciopero e di una redazione senza padroni.
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