Internazionale
Una rivoluzione dopo, la povertà è la stessa di sette anni fa
Tunisia Dal 2011 le condizioni di vita non sono migliorate. E l'Fmi ora impone l'austerità: la finanziaria «lacrime e sangue» provoca mesi di scioperi e centinaia di arresti
Protesta in Tunisia – Ap
Tunisia Dal 2011 le condizioni di vita non sono migliorate. E l'Fmi ora impone l'austerità: la finanziaria «lacrime e sangue» provoca mesi di scioperi e centinaia di arresti
Pubblicato circa 6 anni faEdizione del 16 settembre 2018
In Tunisia non c’è la guerra, dice il ministro dell’Interno, da lì non si deve emigrare. Per Salvini solo un conflitto è ragione (più o meno, non sempre) legittima per cercare rifugio all’estero. Premessa sbagliata: l’umanità è frutto di migrazioni, un fenomeno naturale e non «emergenziale» e ognuno dovrebbe essere libero di muoversi a prescindere dal luogo di origine. Ma fingiamo che non lo sia e chiediamoci: perché i tunisini lasciano il loro paese? La ragione è facilmente comprensibile: si emigra per povertà e per il sogno di un futuro dignitoso. Il paese nordafricano è considerato l’unica riuscita primavera araba,...