Visioni

Una sfida alle regole e ai propri fantasmi

Una sfida alle regole e ai propri fantasmi

Cinema Olympia La ginnasta cecoslovacca Eva Bosákova, oro alla trave a Roma nel 1960, Tonya Harding, i Gay Games

Pubblicato circa 4 anni faEdizione del 28 agosto 2020
Se lo sport ci appassiona, scrive Roland Barthes, è per la sua capacità di ritualizzare la lotta per la vita, di ridurla a pura forma, privandola di effetti e pericoli. Nello sport, l’essere umano mette alla prova la propria capacità di «vincere la resistenza delle cose» in un corpo a corpo con la natura e con gli altri che è innanzitutto un corpo a corpo con se stessi, con i propri fantasmi ma anche con le norme sociali, comprese quelle di genere e sessuali. Aveva quasi trent’anni la ginnasta cecoslovacca Eva Bosákova quando alle Olimpiadi di Roma 1960 vinse l’oro...

ABBONAMENTI

Passa dalla parte del torto.

Sostieni l’informazione libera e senza padroni.
Leggi senza limiti il manifesto su sito e app in anteprima dalla mezzanotte. E tutti i servizi della membership sono inclusi.

Per continuare a leggere, crea un account gratuito
Hai già un account? Accedi