Internazionale
Una società ibrida, territorio di scontri tra clan e oligarchi
Il presunto modello di stabilità kazako Non va inoltre dimenticata l’angoscia con cui i russi e le altre minoranze etniche vivono l’attuale caos
Proteste ad Almaty – Ap
Il presunto modello di stabilità kazako Non va inoltre dimenticata l’angoscia con cui i russi e le altre minoranze etniche vivono l’attuale caos
Pubblicato quasi 3 anni faEdizione del 8 gennaio 2022
Al crollo dell’URSS, il Kazakistan era l’unica repubblica in cui la nazionalità «titolare» eponima non costituiva la maggioranza della popolazione (solo il 40,1% dei 16.464.500 abitanti nel 1989). Oltre ai russi, vi era (ed in buona misura permane) un caleidoscopio di oltre cento etnie – quali tedeschi, tatari, coreani ebrei, armeni, etc. – accomunato alla maggior parte dei kazaki dall’uso della lingua e della cultura russa (nelle varianti sovietiche). Al pari della Russia, tale eterogenea società è stata scossa dalle «riforme» liberali degli anni 90. Uno degli effetti di queste ultime è stata un’emorragia migratoria di quasi tre milioni di...