Internazionale

Una vocazione fascista per Milei

Una vocazione fascista per MileiUn momento della campagna elettorale di Javier Milei. Getty images

L'intervista «Ma il nuovo presidente è stato eletto soprattutto grazie all’inflazione al 140% e al 40% di poveri», spiega lo storico argentino Federico Finchelstein della New School for Social Research di New York. «Perón era un populista che rinunciò agli elementi centrali del fascismo per arrivare al potere. Invece ora, Trump, Bolsonaro o il nostro nuovo premier, sembrano disposti a tutto»

Pubblicato circa un anno faEdizione del 22 novembre 2023
«Oggi inizia la fine della decadenza argentina». È con queste parole che, battendo di ben 12 punti il candidato peronista Sergio Massa, Javier Milei ha celebrato domenica sera la propria vittoria nelle elezioni presidenziali a Buenos Aires. Contrario all’aborto, favorevole alla libera circolazione delle armi, «negazionista» sia rispetto al cambiamento climatico che al bilancio di sangue della locale dittatura militare, deciso a «risanare» la disastrata economia locale adottando il dollaro statunitense, Milei appare come il nuovo volto del populismo di destra dell’America latina. Allo storico argentino Federico Finchelstein, docente alla New School for Social Research di New York e tra...

ABBONAMENTI

Passa dalla parte del torto.

Sostieni l’informazione libera e senza padroni.
Leggi senza limiti il manifesto su sito e app in anteprima dalla mezzanotte. E tutti i servizi della membership sono inclusi.

Per continuare a leggere, crea un account gratuito
Hai già un account? Accedi