Cultura
Un’autobiografia comunista. Senza perdere il sorriso
Scaffale «Rosso è il cammino» di Pino Santarelli per Bordeaux edizioni. «Ci sentivamo cittadini del mondo». La memoria di una stagione ribelle, quando dalle borgate di Roma si guardava al Vietnam, che per il protagonista non si è mai conclusa
Un’immagine tratta dal volume «Storia fotografica di Roma 1963-1974» (Intra Moenia)
Scaffale «Rosso è il cammino» di Pino Santarelli per Bordeaux edizioni. «Ci sentivamo cittadini del mondo». La memoria di una stagione ribelle, quando dalle borgate di Roma si guardava al Vietnam, che per il protagonista non si è mai conclusa
Pubblicato quasi 6 anni faEdizione del 1 febbraio 2019
Ci sono autobiografie e autobiografie, quelle che raccontano solo di sé stessi e quelle che raccontano di sé stessi in rapporto agli umani che hanno incontrato, con cui hanno operato, hanno fatto amicizia, si sono combattuti e hanno combattuto: che, insomma, ci danno conto di uno spaccato sociale dentro un tempo storico che così prende vita e ci fa capire quanto i libri di storia spesso non riescono a fare. Quelle autobiografie, insomma, che – come scrive Sandro Portelli nell’introduzione – «non sono atti di narcisismo». Il libro di Pino Santarelli – Rosso è il cammino (Bordeaux edizioni, pp. 284,...