Politica
Undici mesi d’inferno in carcere a Budapest: «E il governo sta zitto»
Il caso Ilaria Salis Il padre: «Dai ministeri nessuna risposta, mi prendono in giro». Nasce un comitato. Tajani tentenna: «Non siamo noi i giudici»
Il caso Ilaria Salis Il padre: «Dai ministeri nessuna risposta, mi prendono in giro». Nasce un comitato. Tajani tentenna: «Non siamo noi i giudici»
Pubblicato 11 mesi faEdizione del 11 gennaio 2024
Sono undici mesi che la 39enne Ilaria Salis è detenuta a Budapest, in attesa della prima udienza del processo che la vedrà imputata per l’aggressione a due neonazisti. L’appuntamento in tribunale è fissato per lunedì 29 gennaio. In tutto questo tempo il governo italiano è restato in silenzio: non una parola per una concittadina reclusa in condizioni tremende in un paese il cui sistema carcerario preoccupa anche le istituzioni europee. «Ho scritto a più riprese alla presidente del consiglio, al ministro della giustizia, a quello degli esteri, ai capigruppo di Camera e Senato – racconta Roberto Salis, padre di Ilaria...