Cultura
Un’epica cinese lunga un sogno
Tempi presenti Un itinerario tra saggi critici che interrogano i recenti assetti asiatici. Bill Hayton, Kerry Brown, Daniel Bell, Wang Pei e David Shambaugh, tra storytelling e soft power. Testi ricchi di spunti su sovranità, meritocrazia o il rapporto tra macchine e umani dove lo scontro è tra il Pcc e una intelligenza artificiale creata dai «big tech» occidentali
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Tempi presenti Un itinerario tra saggi critici che interrogano i recenti assetti asiatici. Bill Hayton, Kerry Brown, Daniel Bell, Wang Pei e David Shambaugh, tra storytelling e soft power. Testi ricchi di spunti su sovranità, meritocrazia o il rapporto tra macchine e umani dove lo scontro è tra il Pcc e una intelligenza artificiale creata dai «big tech» occidentali
Pubblicato circa 4 anni faEdizione del 8 dicembre 2020Edizione 08.12.2020
Secondo Bill Hayton, la Cina si sarebbe inventata il proprio passato per proporsi all’interno del nuovo contesto globale come potenza responsabile nonché come «civiltà» in grado di offrire un’alternativa alla guida statunitense del mondo. Il suo libro, The invention of China (Yale University Press, 2020, pp. 320, 30 dollari) pur ricco di vicende e particolari spesso dimenticati dalla storiografia cinese ufficiale, finisce per ammantarsi di orientalismo nel tentativo piuttosto bizzarro di spiegare ai cinesi la propria storia. Che la nascita degli Stati nazione sia spesso stata artefatta, immaginaria, epica, lo dimostra nel bene o nel male anche la storia italiana....