Alias
Un’esistenza a circuito chiuso
Intervista Parla Hou Hanru che, insieme a Luigia Lonardelli, cura la mostra al Maxxi «Please Come Back. Il mondo come prigione?». Gli artisti interrogano il mondo della videosorveglianza totale
Chen Chieh Jen, «People Pushing» (2007-8, courtesy Chen Chieh Jen Studio)
Intervista Parla Hou Hanru che, insieme a Luigia Lonardelli, cura la mostra al Maxxi «Please Come Back. Il mondo come prigione?». Gli artisti interrogano il mondo della videosorveglianza totale
Pubblicato quasi 8 anni faEdizione del 4 febbraio 2017
La reclusione come condizione esistenziale, «luogo» fisico e psichico da cui poter interrogare la realtà, senza essere visti. È questo il senso della mostra che aprirà al Maxxi di Roma il prossimo 9 febbraio, chiamando a raccolta ventisei artisti che, coraggiosamente, rispondono a un titolo dai contorni «liquidi»: Please Come Back. Il mondo come prigione? La rassegna, a cura di Hou Hanru con Luigia Lonardelli (fino al 21 maggio, cinquanta le opere), insiste sul carcere come metafora e allarga la visione al campo della videosorveglianza, dei circuiti chiusi e delle politiche di controllo della Rete e dei suoi algoritmi. Ad...