Cultura

Un’immagine che brucia ancora

Un’immagine che brucia ancoraNick Ut e Kim Phuc davanti la foto «Napalm girl», nella mostra «From Hell to Hollywood» a MIlano, presso il Palazzo Regione Lombardia, Italy, 5 May 2022. ANSA/DANIEL DAL ZENNARO

ANNIVERSARI Incontro con Nick Út e Kim Phuc, per il cinquantenario della foto della «Napalm girl», in mostra a Spazio IsolaSet. Lei ha dedicato la vita alla ricostruzione di se stessa e della pace, come sopravvissuta alle atrocità. Lo scatto, pubblicato sulle prime pagine di tutte le testate del mondo, fu considerato un fake da Nixon. «L’aereo stava sopra di me, così veloce e vicino che ero paralizzata. Non riuscivo a correre. Ho girato la testa e ho visto sganciare quattro bombe nere che non sono esplose con il solito fragore. Ho scelto di benedire e non di maledire le persone che mi hanno fatto così del male, quel liquido nero dell’oscurità andava prima o poi squarciato»

Pubblicato più di 2 anni faEdizione del 13 maggio 2022
È il primo pomeriggio dell’8 giugno 1972. Nick Út, quasi ventunenne, sta riponendo le sue macchine fotografiche per tornare a Saigon. Gli attacchi per quel giorno sembrano finiti. Kim Phúc ha nove anni. Da tre giorni è rifugiata con la famiglia al tempio Cao Dài di Trang Bàng nel sud del Vietnam. Lì non bombarderanno di sicuro, pensano gli adulti del villaggio. Il Cao Dài è imponente, coloratissimo, con i dragoni attorcigliati alle colonne. I bambini hanno finito di mangiare e inseguono i corvi che sono entrati nel tempio. Kim gioca con Danh, il cugino preferito di tre anni, ignorando...

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