Visioni
Uno sguardo scomodo per smascherare le menzogne del potere
Cinema Parla il regista serbo di «Opere giovanili» Zelimir Zilnik, protagonista di una retrospettiva al Centre Pompidou di Parigi. «In questi anni leggiamo spesso delle violenze contro i migranti. Senza la disinformazione i deliri nazionalistici non esisterebbero»
Cinema Parla il regista serbo di «Opere giovanili» Zelimir Zilnik, protagonista di una retrospettiva al Centre Pompidou di Parigi. «In questi anni leggiamo spesso delle violenze contro i migranti. Senza la disinformazione i deliri nazionalistici non esisterebbero»
Pubblicato più di 5 anni faEdizione del 14 maggio 2019
Eugenio RenziPARIGI
Dal 12 aprile al 12 maggio, Il Centre Pompidou di Parigi ha celebrato la Black wave Jugoslava proiettando i ventidue film del suo principale protagonista, Zelimir Zilnik insieme a un’antologia di cinque autori: Dusan Makavejev, Aleksandar Petrovic, Kokan Rakonjac, e Zivojin Pavlovic, Ljubisa Kozomara e Gordan Mihic. Zelimir Zilnik ricevette l’Orso d’oro al festival di Berlino del 1969 con il suo primo lungometraggio. Opere giovanili (Rani radovi) non era un film perfetto, ma rappresentava esattamente lo spirito della rivoluzione che aveva scosso l’Europa l’anno prima. Era idealista senza essere ingenuo. Vivace, giovane, libertario, surreale. Rimproverava al mondo di non essere...