Visioni
Urla e suoni nell’Africa immaginaria
Note sparse Dopo il folgorante torna la formazione italiana dei Maistah Aphrica che si sposta verso l'ethio-jazz
Maistah Aphrica
Note sparse Dopo il folgorante torna la formazione italiana dei Maistah Aphrica che si sposta verso l'ethio-jazz
Pubblicato più di 5 anni faEdizione del 1 maggio 2019
Dopo il folgorante esordio ritornano i Maistah Aphrica, ottetto elettroacustico che propone una miscela di afro-jazz e funk. Se nel precedente lavoro si guardava all’afro-beat di Fela Kuti qui ci si rivolge in maggiore misura all’ethio-jazz. Non un rifacimento dei classici ma un Africa visionaria, immaginata e immaginaria ( il nome sta per Mai stati in Africa). Impossibile dare conto di tutte le suggestioni dal blues-rock sventrato dalle tastiere sunraniane di Giorgio Pacorig in G.Weah ai richiami reggae-minimal di Maistah Aphrica. Irresistibile è Bolombtzky Marsch trascinata dai fiati e da una ritmica indiavolata mentre Cosmo Des è ultrafunk con memorie...