Alias
Vaccaro, il filosofo della camera oscura
Intervista Un incontro nel suo atelier con il fotografo italoamericano, classe 1922, che non ha alcuna intenzione di andare in pensione
Intervista Un incontro nel suo atelier con il fotografo italoamericano, classe 1922, che non ha alcuna intenzione di andare in pensione
Pubblicato quasi 11 anni faEdizione del 15 febbraio 2014
Manuela De LeonardisLONG ISLAND CITY (New York)
Quante storie possono entrare negli ambienti angusti di una vecchia casa di legno a Long Island City? Tante – tantissime – quanti sono i personaggi che Tony Vaccaro (all’anagrafe Michelantonio Celestino Onofrio), nato a Greensburg, Pennsylvania nel 1922, ha ritratto in oltre settant’anni di professione. «Ero un ragazzo che voleva vedere la sorgente di tutte le cose», afferma il fotografo. Disordine creativo e quotidianità sono compagni di lunga data al primo piano di Avenue 27 a Long Island City. Nella cucina-soggiorno attraversata dal filo per stendere i panni vive anche l’anziana sorella Assunta, intenta a sfogliare le riviste. Gloria, l’altra...