Van der Bellen, scivolone italiano
L’Austria vuol dire diversità. L’impero, rivendicato ora dalle «piccole patrie» (Ungheria e Slovacchia) contro migranti e Ue; l’austromarxismo, con l’originalità delle analisi di Max Adler e Otto Bauer; la Vienna […]
L’Austria vuol dire diversità. L’impero, rivendicato ora dalle «piccole patrie» (Ungheria e Slovacchia) contro migranti e Ue; l’austromarxismo, con l’originalità delle analisi di Max Adler e Otto Bauer; la Vienna […]
L’Austria vuol dire diversità. L’impero, rivendicato ora dalle «piccole patrie» (Ungheria e Slovacchia) contro migranti e Ue; l’austromarxismo, con l’originalità delle analisi di Max Adler e Otto Bauer; la Vienna di Sigmund Freud…
Ora l’Austria felix e il mito di Stefan Zweig si riempie del più bello dei contenuti: ha fermato l’irresistibile ascesa dello xenofobo Hofer. Ad opera del pur timido Van der Bellen.
Che però tra i tanti meriti ha avuto il difetto di scivolare sull’Italia: a urne referendarie aperte si è augurato: «Speriamo che Renzi ce la faccia».
Certo, il pericolo Hofer come Salvini, ma dimenticando il No democratico e di sinistra.
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