Varoufakis, l’osceno: digitus impudicus
Grecia Varoufakis aveva ragione. Non ha mai alzato il digitus impudicus verso la Germania. È un falso, come aveva sempre detto. Lo hanno confessato i produttori di una trasmissione satirica tedesca. […]
Grecia Varoufakis aveva ragione. Non ha mai alzato il digitus impudicus verso la Germania. È un falso, come aveva sempre detto. Lo hanno confessato i produttori di una trasmissione satirica tedesca. […]
Varoufakis aveva ragione. Non ha mai alzato il digitus impudicus verso la Germania. È un falso, come aveva sempre detto. Lo hanno confessato i produttori di una trasmissione satirica tedesca. Facendo fare una figura penosa non solo all’autorevole Bild («Varoufakis è bugiardo, imbroglione, irresponsabile») ma anche alla serissima trasmissione politica in cui il ministro greco era intervenuto domenica, professando (inutilmente) la sua innocenza. Crolla così miseramente quello che era assurto a simbolo assoluto dello stato dei rapporti tra Grecia e Germania (intesa come Europa). Nell’osceno gesto, il «dramma» dell’eurozona: l’arrogante ministro greco insulta il suo benefattore e guida spirituale, il suo salvatore e signore. Ingrato, come tutti i greci.
Ma come è stato possibile? Semplice. Stiamo spettatori di una grande offensiva mediatica, a livello europeo. La Grecia, Tsipras, Varoufakis, il Partenone, l’ouzo e la mussaka debbono essere calunniati sempre e ovunque, bisogna accusarli di tutto, pedofilia compresa. Altrimenti, sono capaci – Dio ci salvi! – anche di mettere limiti al predominio tedesco nell’eurozona. Cose da pazzi. Bisogna fermarli.
Ecco anche i media italiani, seri, serissimi, mettersi in fila per riprodurre in automatico qualsiasi accusa venga da Berlino o da Bruxelles, dito di Varoufakis compreso.
Ieri un altro caso. Il Parlamento greco ha approvato, con una straordinaria maggioranza dei due terzi, le misure per sostenere le 300 mila famiglie in emergenza umanitaria, per un costo di 200 milioni. E subito da Bruxelles un certo Declan Costello si è affrettato a protestare: «Non ci avete chiesto il permesso, è un atto unilaterale».
Cosa fa un giornalista normale quando sente Costello dire questo? Di solito ride e passa ad altro. No, in Italia l’atto «unilaterale» è diventato un fatto, l’ennesimo delitto di Atene, citato da tutti, nel Sole 24 Ore perfino nel titolo.
Ora è chiaro: se avete dei cittadini che muoiono di fame, non fate nulla se non chiedete il permesso prima a Costello, magari anche a Scheuble, per maggiore sicurezza. Se l’Is attacca il Vaticano che si fa? Si manda a Costello il preventivo dettagliato del costo dell’intervento delle forze dell’ordine. Vale anche per gli incidenti stradali: attenti a non chiamare l’ambulanza (e gravare lo stato) senza il suo permesso. Non ci credete? Fate male: così va l’Europa e la stampa con lei.
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